Web 2.0 : una definizione di base

Il termine “Web 2.0” venne coniato da Dale Dougherty (general manager della divisione Maker Media di O’Reilly Media, Inc.) e Craig Cline (di Media Live International) durante la preparazione di una conferenza che avrebbero dovuto tenere congiuntamente. In particolare Dougherty sostenne che il mondo del Web si trovava nel bel mezzo di un periodo di rinascimento caratterizzato da un cambiamento delle regole e da un’evoluzione dei modelli di business. Dougherty non si limitò a questo, ma diede anche degli esempi concreti di applicazioni che, a suo giudizio, risultavano essere esemplificative del concetto di “Web
2.0”, come Google AdSense o ancora Flickr. Esempi questi che, ad oggi, vengono ancora considerati come ottime espressioni del “Web 2.0”. Fu così che O’Reilly Media e Media Live International, credendo profondamente nel concetto di “Web 2.0”, decisero di dar vita alla “Web 2.0 Conference” la cui prima edizione si tenne nell’ottobre del 2004, proseguendo negli anni a seguire. Ma cosa significa oggi?

“Web 2.0” ad oggi è un termine che simboleggia un nuovo modo di guardare ad Internet, una nuova filosofia che si sta affermando da qualche anno a questa parte. Non è un nuovo Web sostitutivo dell’attuale, ma la visione dinamica di dove stia andando l’attuale rete mondiale.
Dunque non è di certo un software specifico, né un servizio, né un’architettura, né uno standard, né tanto meno un marchio registrato da una qualche azienda. E’ possibile individuare nel concetto di “Web 2.0” un insieme di approcci, più o meno nuovi, per usare la rete in modo nuovo ed innovativo. In sé e per sé può non essere considerato nulla di così fortemente innovativo, ma è composto da tanti elementi diversi più o meno nuovi.

In un certo senso “Web 2.0” è più che altro una sorta di slogan facile da ricordare ed in grado di attestarsi nelle menti dei nuovi utenti, ma
soprattutto sviluppatori, del Web attuale.

Scrive Tim O’Reilly :

“il Web 2.0 è la rete intesa come piattaforma, che abbraccia e si estende su tutti i sistemi ad essa connessi; le applicazioni Web 2.0 sono quelle che riescono a sfruttare i vantaggi di una tale piattaforma: offrendo software come un servizio sempre aggiornato che migliora all’aumentare del numero di persone che lo usano (anche detto network effect), utilizzando e rimescolando i dati provenienti da sorgenti diverse, offrendo i propri dati in una forma che ne permetta un facile riutilizzo da parte degli altri, creando network effects attraverso una architettura della partecipazione, andando oltre la metafora della pagina tipica del Web 1.0 in modo tale da offrire agli utenti una esperienza di utilizzo realmente ricca”.

Partecipazione, piattaforma, esperienze di utilizzo più ricche. E’ questo il succo del Web 2.0.

Brano tratto dalla tesi di laurea intitolata “AJAX e Web 2.0 : progettazione e sviluppo di applicazioni di ultima generazione per la modifica di pagine web collegate a database”

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